Fra la fine dei 60’s e l’inizio dei 70’s ci sono una infinità di aneddoti e storie di Rock che vale la pena conoscere, fra queste quella su Harrison, Clapton & Gently Weeps.
Quella fra George Harrison ed Eric Clapton è forse una delle amicizie più significative della storia del rock di quel periodo, non soltanto perché i due erano decisamente punti di riferimento assoluto per l’ambiente e per i fans (visto che banalmente il primo era il chitarrista della band più influente di tutti i tempi ed al secondo venivano dedicate scritte del tipo “Clapton è Dio”), ma anche e soprattutto perché la loro amicizia ha superato momenti che avrebbero messo a dura prova qualsiasi rapporto ed ha di fatto scritto la storia del Rock.
Famoso, e in qualche modo contornato da leggenda, è l’aneddoto che riguarda Pattie Boyd, moglie dello scarafaggio di cui però Clapton si innamorò perdutamente, ricambiato. Siamo nel 1974 quando Pattie lascia Harrison per Clapton; Ciò nonostante i due rimangono amici: leggenda vuole che in fondo essere lasciato per un chitarrista tanto bravo pesasse meno al Beatle.
Qui però siamo ancora nel 1968, i Beatles stanno incidendo il “White Album” e John e Paul si divertono a rivaleggiare nella composizione dei pezzi, rispondendo colpo su colpo. Registrano brani come “Happiness Is a Warm Gun”, la cui composizione complessa inserisce tre differenti melodie che vanno dal blus al rock in un unico brano.
Anche George ha composto un brano per l’album. L’ispirazione gli è venuta leggendo un libro di filosofia orientale, l’ I Ching: la visione del tutto collegato al tutto descritta nel testo in qualche modo lo spinge ad aprire un libro a caso ed iniziare a comporre partendo dalle prime due parole lette, appunto “gently weeps”.
Harrison crede molto nel pezzo ma la registrazione da fin da subito grossi problemi: incidono molte volte la traccia, senza che l’effetto sia quello sperato, iniziando per di più a creare malumori fra i 4.
Durante una pausa George si trova in macchina con l’amico Eric, proprio parlando di quanto la registrazione stia diventando problematica, quando…ecco l’idea: “hai la tua chitarra con te?” Domanda inutile, Eric aveva SEMPRE la propria Gibson con se. “ok, andiamo in studio e registra il pezzo con noi”.
La questione non è così semplice: chiunque frequenta i quattro di Liverpool conosce anche bene la loro regola. Mai far suonare estranei assieme a loro. Da qui l’iniziale esitazione di Clapton, presto vinta dall’amico. Che cavoli si tratta pur sempre di suonare coi Beatles!
Inutile dire che il contributo “divino” da i propri frutti, e Calapton improvvisa uno splendido assolo da inserire nel pezzo, che finalmente suona esattamente come Harrison lo ha immaginato durante la scrittura.
Gli altri Beatles dichiararono in seguito che, nonostante la loro regola, l’intervento di Eric fosse servito a restituire serenità al gruppo. Di fatto però nei crediti ufficiali del White Album, manca la menzione di Clapton.
Ciò nonostante rimane una stupenda storia di Rock.